Campus Karate 2018 Arezzo: shodo - la scrittura giapponese - www.hombu-dojo.it

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Campus Karate 2018 Arezzo: shodo - la scrittura giapponese

karate per bambini e ragazzi

SHODO la via della scrittura

Un altro elemento culturale trattato nell'ambito del Campus Estivo 2018 organizzato dall'ASD Hombu-dojo, con il patrocinio edl il contributo del Comune di Arezzo è stato quello della scrittura giapponese.
I rudimenti della scrittura giapponese sono stati insegnati ed illustrati da Silvia Camaiani, socia della nostra associazione e nella vita lavorativa insegnate che, partendo dalla costruzione dell'ideogramma, nell'arco di alcune lezioni ha consentito ai giovani allievi di incominciare a tracciare i primi segni della scrittura giapponese.
Anche lo studio della scrittura è stato un elemento importante per far avvicinare i ragazzi alla cultura giapponese in stretta correlazione allo studio del karate tradizionale e di Okinawa che viene insegnato nel dojo di Arezzo.




di seguito alcune foto legate ai  momenti di studio ed alcuni ideogrammi presenti all'interno del dojo:



alcune note esplicative sulla scrittura giapponese  tratte dal
sito www.shodo.it

Shodō: la via della scrittura

L’uso del termine occidentale “calligrafia” (bella scrittura) non riesce ad esprimere correttamente il significato della pratica legata alla scrittura in Estremo Oriente.
Nella lingua cinese anticamente veniva usato semplicemente il termine shu che significa “scrittura”, al pari di come noi ci esprimiamo quando parliamo di pittura, musica, danza, ecc. In seguito esso venne abbinato a un altro carattere che diede vita al termine composto shufa che significa “arte della scrittura”:

  • shu – scrivere
  • fa – metodo, arte di fare
  • In Giappone per la medesima pratica viene invece usato il termine shodō che, tradotto, assume il significato di “via della scrittura”:
  • sho – scrittura
  • dō – via, percorso

Il carattere viene usato in numerose occasioni per contraddistinguere la pratica di un’arte, che richiede un impegno costante e che in diversi modi può assumere le caratteristiche di un “percorso” che conduce, tramite un perfezionamento tecnico, a un affinamento interiore dell’individuo.
è anche il carattere che indica il dao (tao), la via, cioè il processo di mutamento e di divenire di tutte le cose su cui si basa la filosofia taoista.
Questo termine, in Giappone, venne applicato, soprattutto dal XIX secolo, a numerose arti tradizionali in conseguenza agli influssi che ebbe in particolare il buddhismo sulla loro pratica, intesa come “percorso”: kendō (“scherma”), judō , kyūdō (“tiro con l’arco”), chadō (anche definita cha no yu “cerimonia del tè”), ecc.
La via, o l’arte della scrittura, costituisce in ogni caso un insieme composto da:
nozioni e conoscenze storiche, stilistiche, formali, ecc.
un processo d’apprendimento e di applicazione di tecniche.
La pratica permette e favorisce:
l’espressione degli stati d’animo, dei sentimenti,
l’affinamento della sensibilità e il perfezionamento di sé,
la collaborazione e l’instaurarsi di corrette relazioni sociali e di lavoro.





Un ritratto del “cuore”
L’azione del pennello converte in segni i gesti del calligrafo. Questi segni possono essere decisi o incerti, veloci o lenti, sottili o spessi, ma contengono sempre una forza che tradizionalmente viene definita qi/ki (traducibile approssimativamente in “energia vitale”).
Questa forza circola nei singoli segni e nei rapporti che s’instaurano tra di loro. Scrivendo un carattere si fornisce la rappresentazione di un’idea, ma tracciandolo in calligrafia si tende a trasmettere soprattutto la relazione che s’instaura tra il del calligrafo e la circolazione del che il carattere possiede. Volendo esprimere in altri termini questo concetto si può dire che l’istantaneità della calligrafia permette di registrare un ritratto del “cuore” del calligrafo.
Sulla carta viene tracciato un percorso che sgorga dalla sua interiorità; la composizione che ne risulta, basata su rapporti proporzionali, ritmi, equilibri, pieni e vuoti, ecc. equivale alla registrazione di un sismografo dell’animo umano.
Testi di Bruno Riva
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