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Tai no sen, go no sen, sen no sen

karate tradizionale


Parlando di Arti marziali non si deve mai dimenticare che la loro nascita ed il loro sviluppo è dovuto alla necessità di difendersi con successo su un campo di battaglia (nel senso più ampio del termine). Lo studio e l’applicazione dei principi descritti nel “Go rin no sho” di Musashi Myamoto o nel “Sun Zu Bing Fa” anche nel campo commerciale o diplomatico stanno a testimoniare che se oggi è più difficile trovarsi ad affrontare  un evento bellico propriamente detto, pure nella vita quotidiana non mancano i conflitti e la necessità di “gestire uno scontro”.

Lo studio e la applicazione in Dojo dei concetti alla base dell’Arte marziale può essere così anche un valido strumento da impiegare – con i dovuti adattamenti - nella gestione dei rapporti interpersonali. Quando parliamo di “gestione di un conflitto”, uno degli argomenti più importanti da esaminare è sicuramente la “strategia”: se questa era ed è fondamentale nelle battaglie campali, altrettanto possiamo dire nel confronto personale; a sua volta la strategia consta di una serie di fattori, tutti più o meno decisivi a seconda dell’ambito di applicazione.

Nel campo delle Arti marziali sviluppati nell’area sino-giapponese allo studio di questi fattori vengono dedicati tempo ed attenzione, e scopo di questo articolo è riassumere alcuni concetti fondamentali, rimandando gli interessati ad altre pubblicazioni per eventuali ulteriori approfondimenti. Tra i primi concetti che vengono appresi e sperimentati nel Dojo c’é quello del ma-ai, prima identificato con la sola distanza fisica, poi arricchito dalla nozione di tempo, infine completato con l’azione delle “intenzioni” di coloro che si fronteggiano. In una sorta di parafrasi della teoria della relatività einsteniana, il praticante si rende conto, confrontandosi con il partner di allenamento, che lo spazio ed il tempo hanno “durata” variabile: se il partner è esperto e preparato il suo attacco ci sembra fulmineo e lo spazio che ci separa da lui troppo breve, se viceversa è un principiante è sempre troppo “distante” per intimorirci ed i suoi attacchi sono così goffi e prevedibili che il tempo sembra non passare mai.

A seconda del tipo di esercizio che stiamo praticando il ma-ai può essere la distanza che impedisce al mio avversario di entrare nella mia guardia per portare un attacco, la giusta distanza che mi consente di attaccare con successo, la distanza corretta affinché l'avversario porti la sua tecnica con efficacia e la espressione della strategia adottata. Quindi il corretto ma-ai determina le distanze tra i partner ed è a sua volta determinato dalla loro “intenzione”, e questo ci conduce alle principali “strategie” impiegabili, comuni a tutte le Arti marziali a seconda dei principi che queste esprimono e sfruttano. La strategia è cosa ancor più complessa, e dipende dalle capacità personali, da cosa noi preferiamo fare durante un combattimento e da cosa il partner/avversario ci permette di fare.

Qualunque sia la strategia adottata è prioritario il saper gestire "mentalmente e fisicamente" l'avversario controllando le emozioni e le azioni proprie ed altrui. Nelle Arti marziali afferenti all’area nipponica, una prima suddivisione delle strategie adottabili è la seguente: KAKE WAZA (SEN - SEN NO SEN): Attacco diretto prima che l'avversario metta in atto una strategia, ovvero " Intuire  l'intenzione”. KAKE NO SEN (SEN NO SEN): Attacco nell'esatto momento in cui l'avversario dia segno di eseguire un attacco, "sentire il momento in cui la freccia è scoccata e l'arciere non può più modificare la traiettoria, ed agire prima che arrivi". TAI NO SEN: Attacco nel momento esatto della partenza dell'attacco dell'avversario utilizzando una tecnica di difesa "De-ai". AMASHI WAZA (GO NO SEN): Difendersi uscendo completamente dall'attacco avversario e quindi eseguire un contrattacco. UKE WAZA (GO NO SEN): Colpire difendendo (uchi-komi). RENZOKU WAZA (SHIKAKE WAZA): Attaccare utilizzando una combinazione di tecniche, per aumentare l’efficacia della nostra azione o per contrastare la reazione avversaria.  SASOI WAZA (SHIKAKE WAZA): Invitare all'attacco mostrando delle aperture nella propria guardia (suki) per stimolare l’azione avversaria e poi usare una strategia adeguata. KUZUSHI WAZA (SHIKAKE WAZA): Aprire o rompere  la guardia dell’avversario per disorientarlo e portare un attacco, un esempio classico è quello del kendoka che batte o “spazza” con la propria shinai quella del partner.

Come detto, le strategie sopra elencate (ed in particolare le tre più importanti: sen-sen-no-sen, sen-no-sen e go-no-sen) trovano ampia applicazione nelle varie Arti marziali nipponiche: le ritroviamo nel già citato Kendo come nelle varie scuole di Kenjutsu, nell’Aikido come nel Karate,  nel Judo come nel Jujutsu. Paul Budden, nel suo libro “Kendo – i kata” riporta un estratto dal “Budo Hokan” di “Showa Tenran Shiai Huroku dai Nihon Yuben Kai” (Kodansha editore, 1930) che illustra il significato di questi principi: Sen – fermare l'attacco dell'avversario anticipandolo; atteggiamento di chi assume l'iniziativa. Questo non significa velocità, piuttosto è la capacità dell'inconscio di vedere l'origine di ogni vera azione, o l'abilità sperimentata di leggere istantaneamente un cambiamento della situazione. Avere o assumere in anticipo la intenzione di vincere. Sen-sen-no-sen – Anticipare le intenzioni dell'avversario e trarre vantaggio da ciò per vincere. Go-no-sen – Rispondere ai movimenti di attacco dell'avversario parandoli, senza conoscere in anticipo le sue intenzioni. La reazione in “sen-sen-no-sen” e “go-no-sen” deve essere più veloce dell'azione dell'attaccante e deve essere compiuta con un'attitudine mentale sincera, pura e decisa. Questa è detta “kigurai” e deve essere accompagna-ta a “sen”. Altre definizioni di “sen”: iniziativa, vantag-gio, ambizione. Atteggia-mento: posizione appro-priata del corpo tale da riflettere un determinato atteggiamento mentale.

Nel Karate la applicazione delle varie strategie avviene solitamente nel Jiyu kumite (combattimento libero) in cui i due praticanti si affrontano esprimendo le proprie capacità tecniche e psicologiche e le proprie scelte strategiche: parata e contrattacco (go no sen), attacco al momento della partenza dell'avversario (tai no sen), attacco sul primo movimento dell'avversario (sen no sen) e, infine, il "prima del prima" (sen sen no sen).

Nella Daito Ryu Aikibudo invece le diverse strategie vengono esplorate già nel primo “catalogo” (Hiden Mokuroku) costituito da 118 tecniche di base e suddiviso in cinque serie (kajo) ordinate secondo una progressione crescente di difficoltà nell'apprendimento. La prima serie (Ikkajo) è costituita da 30 tecniche che applicano Go-no-sen (aspettare un attacco per poi rispondere). La seconda serie (Nikajo) è composta, come ikkajo da 30 tecniche che applicano sia Go-no-sen che Sen-no-sen (rispondere nello stesso momento in cui si viene attaccati). La terza serie (Sankajo) è ancora composta da 30 tecniche praticate come le precedenti mediante l'utilizzo di strategie Go-no-sen e Sen-no-sen. La quarta serie (Yonkajo) è invece composta da 15 tecniche eseguite con Sen-no-sen e Sen-sen-no-sen (assumere l'iniziativa, quindi attaccare). In ultimo, nella quinta ed ultima serie (Gokajo) sono applicate tutte e tre le strategie di combattimento, Go-no-sen, Sen-no-sen e Sen-sen-no-sen e sarà il praticante a scegliere la strategia più idonea al suo confronto, dato che arrivato a questa serie si sottintende che sia entrato veramente nello stato di "arte", di abilità, ovvero in grado di applicare le tecniche in maniera libera ed in funzione delle peculiarità di chi attacca (altezza, peso, bilanciamento, agilità, ecc...).



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